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venerdì 18 novembre 2011

Ravenna: L'Italia sono anch'io


L'Italia sono anch'io 

Parte la campagna per la cittadinanza agli stranieri Due proposte di legge per cambiare la normativa sulla cittadinanza e introdurre il diritto di voto per le persone di origine straniera. Questa la campagna promossa da un cartello di associazioni tra cui la Cgil, l'Arci, la Caritas e le Acli: il presidente del comitato promotore è il sindaco di Reggio Emilia, il piddino Graziano Delrio. Tra i primi a firmare Pier Luigi Bersani.


Anche il Partito Democratico appoggia la campagna “L’Italia sono anch’io”, per il diritto di voto agli immigrati e la riforma della legge sulla cittadinanza. Dopo le firme di big del partito come Pierluigi Bersani e Livia Turco sotto le due proposte di legge di iniziativa popolare, il 22 ottobre e il 19 novembre scenderanno in campo anche i militanti, allestendo banchetti per raccogliere adesioni in tutta Italia. “Lo sviluppo di un Paese passa attraverso quello del suo capitale umano. L’Italia di oggi è diversa. Sono più di 4,5 milioni gli stranieri residenti in Italia, e solo nel 2010 sono circa 80 mila i bambini nati da stranieri residenti nel nostro Paese. E’ pensando a loro che ci impegneremo affinché i due disegni di legge della nostra campagna raggiungano le 50 mila firme necessarie per la consegna delle leggi in Parlamento” dice Marco Pacciotti, coordinatore del Forum immigrazione del PD. “Vogliamo mettere in campo - aggiunge l'espoente del PD- un’idea diversa di società e diametralmente opposta a quella voluta dall’attuale governo. Noi crediamo nel riconoscimento dei diritti, come quello che riguarda la partecipazione nella vita politica e quello sulla cittadinanza, come base fondamentale per chi vuole vivere in un Paese civile e inclusivo e dove nessun è lasciato dietro”. Una mappa dettagliata dei banchetti del Pd sarà disponibile nei prossimi giorni. Intanto, per chi volesse partecipare attivamente alla raccolta delle firme, ecco un vademecum che spiega tutti i passi da compiere. (stranieriintalia.it)




































Seconda giornata nazionale della campagna 'L'Italia sono anch'io' a favore dei diritti di cittadinanza, domani, 19 novembre. 

A Ravenna il Partito Democratico sarà in piazza Sighinolfi con un banchetto, dalle 9 alle 12.30, per raccogliere firme in calce alla richiesta di due proposte di legge di iniziativa popolare. La prima che tende a modificare la legge sulla cittadinanza; l'altra che vuole garantire il diritto di voto alle elezioni amministrative anche agli immigrati. Nel Ravennate risiedono 43.610 immigrati, pari al 7,21 per cento del totale degli abitanti; un altro dato è particolarmente significativo: i ragazzi che frequentano le scuole di ogni ordine e grado sono 6.189, con un aumento del 4,28 per cento della popolazione scolastica. 

La maggior parte è di nazionalità albanese: 1.096; seguono i ragazzi originari della Romania, che sono 815 e del Marocco, con altri 810 alunni (i dati provengono dall'Osservatorio provinciale sull'immigrazione e sono aggiornati alla fine del 2010). Un altro elemento: nel 2009 in provincia di Ravenna sono nati 719 bambini con entrambi i genitori di nazionalità straniera (Istat). "Sull'acquisizione della cittadinanza va sottolineato come sia assurdo che persone che nascono, crescono e vivono in un paese - commenta Lina Taddei, responsabile dell'immigrazione nell'esecutivo provinciale del Pd - e che spesso hanno visto pochissime volte la terra di origine dei propri genitori, al raggiungimento della maggiore età si trovino in una specie di limbo: una situazione in cui non si riconoscono nel paese appunto dei genitori, né in quello in cui vivono e hanno costruito un progetto di vita. 

Sono quasi apolidi, insomma. Si impone quindi una modifica della legge, per dare loro una possibilità di scelta (senza pensare ad alcuna forma di automatismo); per fare in modo che possa acquisire, se vogliono, la cittadinanza del paese in cui sono nati. Si deve passare, insomma, dallo jus sanguinis allo jus soli". Sul tema del diritto di voto Taddei aggiunge: "È solo con la partecipazione alla vita democratica del paese in cui vive che un soggetto si sente veramente parte di una società e può incidere con il proprio voto sulle scelte politiche. Questo in sintonia, ad esempio, di quanto è avvenuto in passato con il riconoscimento del diritto di voto alle donne".

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