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martedì 10 gennaio 2012

2019 Candidature e incontri.

Al momento sono 15 le città in gara, tra annunci e poco altro Ma a far paura sono soprattutto Siena e i suoi esperti internazionali 


La prima delle cinque tracce al teatro Alighieri
 Mentre sto per finire la grafica del manifesto sul prossimo incontro "la politica è servita" mi viene segnalato questo articolo riguardante la candidatura di Ravenna a capitale della cultura 2019. Ma guarda un po la combinazione! Il prossimo incontro del circolo con "la politica è servita" è proprio sulla cultura!. Quale occasione questa, per anticiparvi che il 19 Gennaio 2012 la serata si intitolerà "la Cultura sulle tracce dell'Europa", sarà una splendida serata! Non solo per l'ottima cucina del circolo; ci saranno gli spaghetti con il sugo e polpette; ma per i tanti e illustri partecipanti. Vi anticipo che ci saranno archeologi, musicisti, ballerini, cantanti, pittori, mosaicisti ... Non vi anticipo altro, vi lascio alla lettura dell'articolo ma vi ricordo che nei prossimi giorni sarà postato in questo blog l'invito della serata.

Claudio 


 di Luca Manservisi (Ravenna e Dintorni)
La candidatura di Ravenna capitale europea della cultura può contare su un logo e un sito internet, un comitato promotore riunitosi per la prima volta nel maggio del 2010 e che coinvolge anche le altre città della Romagna, uno staff guidato dall'ex assessore alla Cultura del Comune, Alberto Cassani; una sterminata lista di sostenitori e un comitato artistico-organizzativo composto da nove operatori culturali mediamente giovani.

Un comitato, questo, che ha già messo in campo la prima grande iniziativa: cinque incontri (le cosiddette "cinquetracce") aperti alla città che hanno visto la partecipazione di ospiti internazionali come Hanif Kureishi e Marc Augé e il coinvolgimento di una sessantina di operatori e rappresentanti delle istituzioni chiamati a raccontare la loro esperienza e a proporre progetti. Questo il punto di partenza oggettivo da cui partire per un sopralluogo virtuale nell'Italia che aspira a diventare capitale europea della cultura nel 2019. E navigando tra siti internet creati ad hoc e quotidiani on line locali si scopre che davvero, al momento, la candidatura di Ravenna è tra le più strutturate. Siamo i favoriti quindi? Certo che no, perché è presto e tutto si può ancora capovolgere. Il bando verrà pubblicato dal ministero a fine 2012 e solo a quel punto le città interessate potranno inviare il loro dossier di candidatura (da presentare comunque entro la fine del 2013, quindi c'è ancora tempo per tutte per lavorare) e sarà chiara la mappa delle sfidanti. 

Al momento molte sono più dichiarazioni d'intenti, più che candidature. Partiamo da Bergamo, per esempio, dove l'unico atto concreto (oltre alla nomina, la scorsa estate, di un project manager) pare essere stato la scelta del logo da parte dei cittadini (tramite un sondaggio su un quotidiano). A Palermo, invece, la fase è ancora quella dell'appello di un gruppo di persone a quello che sarà il nuovo sindaco, da eleggere tra qualche mese. A Bari pare esserci ancora molta confusione, oltre che polemiche interne e in archivio una piccola gaffe del sindaco che pochi mesi fa si è detto tranquillo per avere ancora otto anni di tempo per prepararsi; a Brindisi l'impressione è che non si siano ancora ripresi dal fatto che si è candidata anche Bari, pochi chilometri più a nord, e chissà cosa penseranno ora che, a fine 2011, anche il sindaco di Lecce ha annunciato di voler partecipare alla sfida. 

Alle prese ancora con problemi più gravi è naturalmente L'Aquila, che sul blog dedicato al tema si rammarica quasi dei troppi concorrenti mentre per il resto tutto tace. Qualche mese fa ha detto di volerci provare anche Amalfi (con tutta la sua costa) ma naturalmente si tratta anche qui di una candidatura ancora tutta da costruire; di Terni e di 2019 pare poi non si parli più nonostante se ne fosse parlato in tempi non sospetti. Addirittura anche il Comune di Catanzaro ha approvato mesi e mesi fa una delibera in cui annuncia la propria candidatura, poi (almeno su internet) più niente. A candidarsi lo scorso aprile è stata anche la piccola (e molto bella) Urbino, ma anche qui siamo ancora nel campo degli annunci. 

Queste, insomma, le dieci città che ancora sono piuttosto indietro nella corsa. Ma ci sono anche concorrenti molto temibili. Forse, nonostante il blasone, ancor più della discutibile (per vasità del territorio) candidatura del Nord-Est (che sta comunque organizzando incontri di confronto sul tema e che vede coinvolta anche Venezia) e di quella di Torino (ancora poco condivisa dagli operatori culturali) a far paura devono essere quelle più strutturate di Siena e Perugia-Assisi (ormai ribattezzata Perugiassisi). Siena, in particolare, può contare su un comitato locale appena nominato di 14 donne e 14 uomini che, si legge sulle agenzie, «saranno “ambasciatori in città” della sfida per Siena 2019» ma soprattutto su un comitato internazionale che riunisce autorevoli esperti europei nel campo della progettazione culturale, dello sviluppo e della gestione dei progetti di capitali europee della cultura passate e future. 

Comitato che avrà un doppio ruolo: da un lato, fornire idee, consigli e pareri sui progetti e le iniziative messe in campo nella strategia di candidatura; dall’altro, aprire la porta a collaborazioni con altri territori europei interessati a sviluppare partnership con Siena già durante la fase del processo di candidatura. Il caso di "Perugiassisi" pare invece essere al momento una bella operazione di marketing, ma ancora da riempire di contenuti. Infine c'è sempre Matera, che è stata forse la prima in assoluto a intraprendere questa sfida europea e di cui parlava pochi giorni fa anche l'Ansa. Il problema era il cronico isolamento della città dal punto di vista ferroviario. Un problema, si diceva, che si potrà risolvere solo proprio grazie a questa candidatura...

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