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mercoledì 18 gennaio 2012

Anche da Ravenna cervelli in fuga (da piunotizie.it)

Anche da Ravenna cervelli in fuga

di Silvio Piraccini  http://www.piunotizie.it/

Anche da Ravenna partono giovani laureati e non, e non solo per trovare lavoro, a volte l’obiettivo è quello di migliorare le condizioni lavorative per assicurarsi un progetto di vita più valido e valorizzare della propria professionalità. “Fuga di cervelli”, l’argomento di una recente iniziativa del Circolo PD della Darsena. “Un’occasione per incontrare Silvia Valenti e Michele Scacchi, nostri giovani concittadini che da qualche anno lavorano in uno stabilimento di Halle, una cittadina delle dimensioni di Ravenna in alta Sassonia”, dichiara Marco Matteucci, segretario del Circolo. Il dibattito, alla presenza del segretario comunale PD Danilo Manfredi e di numerosi giovani del quartiere, è stato a tutto campo. Silvia e Michele, incalzati dalle domande dei presenti, hanno fatto un quadro della società “hallese”, della vita di fabbrica e condizioni di lavoro in Germania, la presenza del sindacato, costo della vita e tempo libero, ma anche delle nostalgie del passato regime, presenti soprattutto tra i meno giovani. Halle infatti era nella Germania dell’Est. Le difficoltà maggiori? “Inizialmente la barriera della lingua – interviene Michele – imparare il tedesco non è così facile”. “La questione della lingua è sentita soprattutto fuori – aggiunge Silvia – nei laboratori di ricerca e nelle riunioni si usa prevalentemente l’inglese”. La vita fuori della fabbrica? “Gente abbastanza chiusa, molto più dei tedeschi dell’Ovest”, fa notare Michele che ha passato qualche periodo alla Volkswagen. Il lavoro? “Nello stabilimento che conta circa 200 dipendenti, ma complessivamente l’azienda è di 2mila addetti sparsi in altre fabbriche, vi è l’assidua presenza dei membri del Consiglio di fabbrica che controllano tutto – informa Silvia Valenti – dall’uso dei mezzi di protezione alle ore di straordinario che non debbono superare una soglia prefissata”. In Germania i membri eletti del Consiglio di Fabbrica siedono infatti nel CDA con i titolari ed hanno un potere significativo nella gestione dell'azienda. Insomma una situazione invidiabile? “Rispetto all’Italia si – rispondono in coro –, e anche i licenziamenti fanno meno paura”. La normativa tedesca prevede infatti un sussidio dell’80% dello stipendio per almeno due anni ed eventuali periodi formativi per nuovi lavori. “Ma se si rifiuta un nuovo lavoro, dopo un colloquio andato bene, si perde il sussidio”, informa Michele. La serata informativa è poi scivolata sui gusti gastronomici degli hallesi la cui giornata lavorativa inizia alle 6 ed è preceduta da una colazione a basa di carne cruda macinata. In esame anche gli stipendi, più alti del 30, 40% di quelli italiani con un costo della vita, udite, udite, inferiore al nostro. E infine la pensioni cui si può accedere solo dopo i 65 anni di età. E la politica? “Halle ha un sindaco della CDU, ma la Linke è molto forte ed in crescita e anche lì si lamentano degli alti stipendi e privilegi di cui godono i politici”. Berlusconi? “Al nord si chiedono come abbiamo potuto eleggerlo!”. 

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