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sabato 14 agosto 2010

La città creativa è tra noi

Sono tante in terza circoscrizione le azioni di agopuntura urbana che migliorano la convivenza civile

di Giorgio Ravaioli

Le città s’interrogano sull’idea di creatività collettiva. Vivacità urbana e tolleranza sociale per trattenere i “creativi” non bastano. Biblioteche, musei, gallerie d’arte e università che alimentano la conoscenza e il sapere, in solitudine, non risolvono il problema. Per evitare situazioni dualistiche la creatività non va confinata a piccoli gruppi rinchiusi in precise zone della città. La creatività collettiva deve svilupparsi nei diversi ambiti di attività. Vi sono città che sperimentano la “creatività sociale” in ambiti come: la sanità, la raccolta rifiuti, l’abitare, la qualità urbana, i trasporti. Anche le periferie e la campagna sono terreno fertile. Non servono grandi progetti. Pensiamo 1) ai comitati cittadini; 2) alla collaborazione tra agricoltori che si scambiano mezzi e opere; 2) alla solidarietà di vicinato/caseggiato che ci fanno sentire meno soli. Il successo di un territorio può arrivare da tante piccole iniziative che migliorano la convivenza e la qualità della vita. Inoltre risulta importante la vicinanza tra residenza e luogo di lavoro. Alcuni esempi di “creatività sociale” sono tra noi: 1) assistenti civici per la sorveglianza di scuole e territorio; 2) gestione associativa di impianti sportivi; 3) pubblica assistenza; 4) anziani e cura delle aree verdi; 5) orti; 6) la “vigilanza” di caseggiato; 7) guide turistiche volontarie; 8) associazioni per l’integrazione dei migranti. Tante azioni di “agopuntura urbana” contagiose. (Gi.Ra)

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